Migra - osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro

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Immigrati: urge la politica

  • 20/07/2007
  • Fabio Pipinato - Osservatorio Migra

La situazione dei permessi di soggiorno non si sblocca e gli immigrati che dopo aver chiesto il rinnovo hanno ricevuto un documento finalmente valido sono solo il 6% del totale, riportano i dati forniti dal Viminale ai sindacati. Dall'11 dicembre a oggi sono state presentate agli uffici postali 821mila domande di rinnovo, ma i permessi elettronici consegnati sono appena 50mila. Rimane inoltre altissimo il numero di domande ferme perché “anomale” (per omissioni, errori o casistiche ancora non contemplate dal software che le gestisce ecc.), che sono ben 281mila. Evidentemente non esiste il Cinformi in tutte le regioni italiane, buona pratica riconosciuta recentemente dal Ministero dell’interno della Repubblica Ceca alla London Metropolitan University, ma nemmeno il buon senso. I cittadini stranieri, infatti, hanno sborsato 70 euro a domanda, cioè nell'insieme, 57 milioni di euro in cambio di un disservizio. "I dati forniti dal Viminale ai sindacati lasciano poco spazio all'ottimismo. La situazione dei permessi di soggiorno non si sblocca e i fortunati che dopo aver chiesto il rinnovo hanno già messo in tasca un documento finalmente valido sono solo il 6% del totale". Nonostante la direttiva e le circolari che hanno dato pieni diritti a chi attende il rinnovo, ci sono aziende che nonostante la necessità si rifiutano di assumere senza un permesso valido, così come stranieri che non tornano in patria per paura che le autorità locali, vedendo il documento scaduto, non li facciano più rientrare in Italia". La situazione non sembra essere più confortante per coloro che il lavoro lo hanno ottenuto. Il "secondo rapporto sugli immigrati e la previdenza” dell'Inps informa che gli stipendi dei lavoratori stranieri sono "sotto la media": retribuzioni di 900 euro in media, il 40% in meno rispetto agli italiani. Frutto dell’analisi dei dati aggiornati alla fine del 2003, il Rapporto segnala un milione e mezzo di lavoratori, quasi tutti dipendenti, sottopagati, con compiti di basso profilo. Al 1° gennaio 2006 l’Inps pagava a cittadini nati all'estero circa 285mila pensioni . A percepirle in Italia sono 225.775, così ripartiti: 90.843 pensioni di vecchiaia, 19.162 pensioni di invalidità, 58.033 pensioni ai superstiti, 34.328 pensioni di invalidità civile e 18.409 assegni sociali. La politica nazionale corre ai ripari promettendo tre cose: a) l'equiparazione tra ricevuta della domanda di rinnovo e validità del permesso al fine dell'iscrizione al Servizio sanitario nazionale o al rinnovo di un contratto di lavoro; b) nuovi aggiustamenti alla macchina dei rinnovi e un monitoraggio più completo in vista di un altro incontro con le parti sociali; c) un disegno di legge già approvato al senato (ddl 2784) ed ora sotto esame della Commissione Giustizia della Camera che inasprisce le misure contro lo sfruttamento dei lavoratori irregolari.

Al fine di non veder ancora “catene al collo” nella civile Italia è prevista la reclusione fino a 8 anni per ogni persona reclutata o occupata irregolarmente, multe fino a 9.000 euro, sequestro del luogo di lavoro. Le pene sono aumentate di un terzo se tra i lavoratori gravemente sfruttati vi siano minori o stranieri irregolarmente soggiornanti. "Questa specifica aggravante - ha precisato la relatrice Malirena Samperi in apertura dell'esame in Commissione Giustizia - serve a chiarire che il reato base non riguarda solo gli irregolari, ma anche i lavoratori con permesso di soggiorno sottoposti a grave sfruttamento". La condanna per questo reato comporta anche la perdita di ogni agevolazione, premio o finanziamento nazionale, regionale o di Provincia Autonoma e la sospensione dell'unità produttiva per un mese in caso di accertata occupazione di almeno un lavoratore irregolare in condizione di grave sfruttamento. Una coercizione necessaria. A sessant’anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’U omo.

Fabio Pipinato Osservatorio Migra