Migra - osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro

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Equal Opportunities for all

  • 27/07/2006
  • Tommaso Pasquini, Migra

Alla fine del mese scorso, da Strasburgo, è partita l’ultima campagna del Consiglio d’Europa per la diversità, i diritti dell’uomo e la partecipazione, rivolta principalmente ai giovani. Il nome è lo stesso di quella che l’ha preceduta nel 1995 incentrata sulla discriminazione in base all’origine etnica o al colore della pelle: “Tutti diversi, tutti eguali”. Ma questa volta gli obiettivi sono più ampi: mettere in evidenza le diversità, celebrando la ricchezza delle nostre differenze, qualunque esse siano. È per questo che al centro della nuova campagna ci sarà l’i ntolleranza razziale ed etnica, ma anche la discriminazione fondata sulla religione, orientamento sessuale o attitudini fisiche e mentali dell’individuo. Problematiche intorno alle quali negli ultimi anni, e sicuramente da quando l’immigrazione ha assunto dimensioni particolarmente importanti in Europa e nel nostro paese, varie realtà, istituzionali e non, a livelli diversi, europei e nazionali, si stanno impegnando, con la speranza di affermare nella sostanza, oltre che nella forma, quelli che sono i principi fondamentali dei diritti dell’uomo (in questo caso sanciti dal protocollo n.12 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, secondo cui nessuno può essere oggetto di qualsiasi forma di discriminazione da parte di qualunque autorità pubblica e sotto qualunque motivazione). Perché, come ha ricordato Terry Davis, il segretario generale del Consiglio d’Europa, durante la presentazione della campagna il 29 giugno a Strasburgo, “…i diritti dell’uomo non sono innati, ma devono essere assimilati, a scuola come nel quadro delle varie attività giovanili”. Inutile sottolineare quanto il lavoro sia uno dei settori dove più frequentemente si riscontrano quei problemi contro cui si indirizzano le varie campagne di studio e sensibilizzazione, europee e non, della e sulla discriminazione. Non a caso l’Unione Europea ha deciso di dedicare il prossimo anno all’ approfondimento delle problematiche di discriminazione: dalla salute al lavoro, dichiarando il 2007 anno delle “pari opportunità per tutti”. Un altro sintomo dell’utilità e dell’urgenza di concepire e fornire ulteriori strumenti di democrazia, per una società che va trasformandosi rapidamente. Non è un caso quindi, se per il convegno internazionale organizzato da Migra, l’osservatorio sulle discriminazioni degli immigrati nel lavoro di Trento, il progetto promosso da A.T.O.S. Servizi srl, Fondazione Opera Campana dei Caduti e Fondazione Fontana con l’obiettivo di studiare questo fenomeno con indagini sul campo e con il coinvolgimento di organizzazioni sindacali e istituzioni pubbliche, è stato scelto il titolo “Equal Opportunities For All: il lavoro in Europa tra opportunità e discriminazione”. Un tema che ha visto confrontarsi il 13 e 14 luglio 2006 fra le città di Trento e Rovereto, i rappresentanti di Migra-Italia, e quelli delle tre associazioni europee partner internazionali del progetto: Repubblica Ceca – hedera, Società di Cittadini che Assistono Immigrati (SOZE); Germania – genia, che ha esperienze in altri progetti EU nella lotta all’esclusione sociale, specialmente a tutela degli immigrati; e Gran Bretagna –presto, i cui partner hanno una vasta esperienza pregressa nell’approntare programmi di occupazione FSE, su larga scala, per i rifugiati. Due giorni utili, oltre che per illustrare l’avanzamento dei progetti in corso, valutarne l’efficacia e scambiare informazioni su settori di intervento spesso affini, anche per conoscere da vicino i problemi che altri paesi europei affrontano nel gestire quotidianamente le problematiche relative al fenomeno migratorio in generale e alla discriminazione sul lavoro. Il primo giorno è stato dedicato sostanzialmente all’accoglienza degli ospiti e alla visita del Cinformi (Centro Informativo per l’immigrazione della PAT) dove in presenza di gran parte degli operatori (PAT, ATAS, Città aperta, Patto Casa, Centro Astalli, Promocare, CIF) è stata illustrata l’intera attività del Centro e gli obiettivi che si pone rispetto al fenomeno migratorio che interessa il territorio provinciale in maniera sempre più consistente. I partner internazionali di Migra sono rimasti colpiti dal livello di partnership pubblico/privato su cui si basa il funzionamento del Centro, e dal fatto che non si siano verificati grossi problemi nel corso di questi anni di apertura del Centro stesso, anche rispetto all’opinione pubblica. Il giorno seguente i lavori sono ripresi al Mart di Rovereto, dove è stato possibile approfondire lo stato di avanzamento dei lavori della rete europea People tra dati raccolti, problemi affrontati e numerosi esempi di intervento. Se le osservazioni di uno dei membri del gruppo ceco Hedera e della rappresentante del Ministero della Repubblica ceca si sono concentrati sugli sviluppi del fenomeno migratorio nel loro territorio e soprattutto sugli obiettivi di lungo periodo del Ministero per far fronte alle diverse esigenze espresse dalla popolazione immigrata, in particolar modo dai rifugiati politici (che ricevono un sostegno statale sul versante abitativo per cinque anni) quelli di una componente della delegazione tedesca Genia ha illustrato quanto emerso da un micro-censimento avviato in Germania, che ha raccolto informazioni anche sul luogo di nascita, la cittadinanza e l’anno di ingresso nel paese. Ne è emerso che l’8,6% della popolazione proviene da famiglie immigrate. E che in Germania c’è una forte necessità di supporto linguistico e culturale a favore degli immigrati, oltre ad una “tolleranza zero” per chi non impara la lingua. L’intervento dei partner inglesi si è concentrato su quello che è il loro specifico campo di azione: ovvero le attività avviate a supporto dei rifugiati politici. Attività che si concentrano sull’accompagnamento di questa particolare categoria di immigrati nell’inserimento lavorativo (principalmente nel settore della sanità, dell’educazione e delle costruzioni). Il problema ancora aperto è quello del riconoscimento delle qualifiche professionali dei rifugiati, che anche per questa ragione incontrano numerose barriere all’occupazione. Nel pomeriggio i rappresentanti di Migra hanno invece esposto i contenuti della ricerca, già avviata e disponibile a fine 2007, sulla frequenza e le caratteristiche della discriminazione nei confronti dei lavoratori immigrati nella provincia di Trento, soffermandosi in particolare sulla parte relativa ai questionari e alle interviste approfondite nei settori del lavoro domestico, del commercio-turismo e dell'edilizia. Il prossimo meeting internazionale, in programma a Londra per l'inizio 2007 sul tema dell’occupazione, sarà l’occasione per discutere i nuovi dati emersi nel frattempo dalla ricerca Migra e scambiare ulteriori, preziose, informazioni, sulla dimensione europea di un fenomeno sempre più protagonista dei e nei mutamenti delle nostre società.