Migra - osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro

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Consiglieri provinciali e comunali con gli immigrati per ascoltare i loro suggerimenti per una nuova integrazione.

  • 24/05/2007
  • Paolo Piffer

Per una volta i politici sono stati ad ascoltare. Ieri sera al parco di Martignano si sono svolte le “ Prove tecniche di comunicazione tra società civile e politica”. Un appuntamento inserito nelle “Cene dell’AltroMondo” che si concludono oggi con i piatti della cucina ucraina, russa e moldava. Preparato dall’associazione Tremembè, l’incontro ha avuto per protagonisti stranieri e trentini che, sul tema dell’interazione tra il mondo dell’immigrazione e la società locale, hanno presentato suggerimenti, aspettative, necessità, richieste. E i politici, tra i quali diversi consiglieri provinciali, gli assessori Marta Dalmaso e Iva Berasi e i colleghi comunali Lucia Maestri e Renato Pegoretti, hanno preso nota. Una ventina gli interventi di 5 minuti l’uno. Un’occasione per “tastare” il polso della situazione di un fenomeno, quello dell’immigrazione, che ormai anche in Trentino non è più occasionale ma strutturale. Parecchi gli aspetti toccati, le sensibilità espresse. Per l’italo-ucraina Elena Lapina “c’è la necessità di aprire uno sportello che faciliti i contatti e le sinergie tra il mondo scolastico e la comunità per dare modo ai ragazzi stranieri e alle loro famiglie di avere un rapporto migliore con la scuola”. Aicha Mesrar, marocchina, ha sottolineato che “gli immigrati collaborano alla crescita del Paese ed è quindi ora di favorire i processi di riconoscimento e partecipazione per i quali le istituzioni non fanno ancora abbastanza”. L’incontro tra le culture sul territorio, “la necessità che la politica sostenga iniziative in tal senso”, è stato il succo dell’intervento di Mirko Montibeller mentre Zebenay Jabe Daka, etiope, ha affermato che “è importante snellire la burocrazia per il riconoscimento dei titoli di studio”. “Ci vuole un riconoscimento dei titoli di studio e delle esperienze lavorative degli extracomunitari”, ha aggiunto Iulia Palamarciuc, moldava. Il dialogo per meglio integrarsi e la ricerca di uno scambio culturale sono stati i temi affrontati da Rachida El Moutaouakil. Sulla clandestinità, “fenomeno favorito dall’attuale legge sull’immigrazione”, si è invece soffermato Stefano De Toni dei Volontari di strada. Molti altri i temi presentati nel corso della serata, i più diversi. Un rappresentante boliviano ha chiesto che venga istituito un albo dei musicisti di strada, “in questo modo - ha detto - sarebbe possibile effettuare un monitoraggio degli artisti che passano sul territorio italiano e permettere loro di lavorare liberamente diffondendo la cultura di provenienza”. Sulla conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri ha insistito il sudanese Abdelazim Ali Adam Koko del Centro Astalli che ha proposto di “ riorganizzare i corsi di italiano con modalità intensive”. Non solo: “C’è bisogno di un accesso più facile ai corsi professionali ma anche - ha proseguito - di facilitare le attività artistico-culturali dei vari gruppi immigrati e la loro partecipazione alla vita politico-sociale”. “Momenti di incontro tra la popolazione trentina e le comunità immigrate” è invece il suggerimento di Belhassen Draouil mentre la moldava Diana Rachiteanu, a mo’ di monito, ha affermato che “forse un domani potrebbero essere gli italiani a dover andare in Moldavia o in Russia alla ricerca della felicità”.

Paolo Piffer - Il Trentino - 24 maggio 2007