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Valutazione domande d’asilo

30/03/2010

Vi sarebbero molte differenze nel modo in cui i dodici stati membri dell’Ue valutano le domande di asilo. E’ quanto sostiene un approfondito rapporto di ricerca pubblicato dall’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr). "Improving Asylum Procedures" è il titolo dello studio che analizza il modo in cui in Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna e Regno Unito viene applicata la cosiddetta Direttiva Procedure dell’Ue. I ricercatori – sottolinea l’Unhcr – hanno esaminato oltre 1000 singoli casi e decisioni sulle domande di asilo, studiato centinaia di audizioni di richiedenti asilo e intervistato funzionari, giudici, avvocati e altri portatori di interesse. In Europa e nel resto del mondo industrializzato le decisioni sulle domande di asilo sono il frutto di un esame dei singoli casi. La Direttiva Procedure ha il compito di regolare questo processo nell’Unione europea. La ricerca avrebbe scoperto che gli stati membri non solo applicano la Direttiva Procedure in maniera differente, ma che in alcuni casi lo fanno anche infrangendo il diritto internazionale sui rifugiati. I ricercatori avrebbero poi evidenziato come non sempre ai richiedenti venga concessa la possibilità di un’audizione individuale, o come non venga concesso loro il tempo sufficiente per prepararsi all’audizione o per illustrare la loro richiesta. Non sempre inoltre sarebbero disponibili interpreti e alcune volte non sarebbero sufficientemente qualificati. Ma sembrano esserci anche degli aspetti positivi. La ricerca sottolinea infatti anche alcune buone prassi, come il servizio di informazione su come ricorrere in appello in caso di decisione negativa, i codici di condotta per i funzionari che svolgono le audizioni e per gli interpreti, la registrazione attenta di audizioni e decisioni e le buone competenze di comunicazione cross-culturale degli intervistatori. Sulla base dei risultati dello studio, l’Unhcr propone una serie di misure pratiche per aiutare i paesi dell’Ue a migliorare le loro prassi, come ad esempio la formazione per i funzionari incaricati di esaminare le domande di asilo, le linee guida e i codici di condotta per gli intervistatori e per gli interpreti. L’anno scorso nell’Unione europea sono state registrate 246.200 domande di asilo.

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