Migra - osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro

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Aumentano gli imprenditori stranieri

26/04/2010

Le imprese composte da almeno un titolare non italiano negli ultimi 5 anni sono cresciute del +40,5% raggiungendo, al 31/12/2009, quota 599.036 imprese. Nello specifico anche nel 2009, uno dei più difficili anni per l’Italia, c’è stato un aumento del +4,1% rispetto l’anno precedente. Secondo la CGIA di Mestre, che ha elaborato questi dati, in queste 600.000 imprese con titolari stranieri ci lavorano almeno 2 milioni di persone. Nella classifica per provenienza dei titolari d’azienda primeggiano i cittadini con nazionalità marocchina (57.621 aziende), seguono i cinesi (49.854) e i romeni (49.132). Il dato interessante evidenziato dalla CGIA è l’incremento delle aziende con imprenditori romeni che sono cresciuti tra il 2004 e il 2009 del 204,1%, presenti soprattutto nell’edilizia. Anche le imprese con cittadini del Bangladesh (commercio alimentare e phon center) e dell’Albania (costruzioni) hanno avuto un incremento forte rispettivamente del 133,6% e del 110,1%. Secondo Giuseppe Bortolussi della CGIA di Mestre le ragioni di questa crescita sono da ascrivere soprattutto al fatto che “in questi anni è decisamente aumentato il loro numero in termini assoluti e quindi è cresciuto in maniera corrispondente anche la loro propensione a mettersi in proprio”. Comunque mentre gli imprenditori italiani faticano a mantenere aperte le loro imprese, sembra non subiscano la crisi i titolari d’azienda stranieri presenti in Italia.

Il caso trentino L’imprenditoria straniera è ormai il vero motore della crescita delle imprese individuali in Italia. Il lavoro autonomo rappresenta peraltro lo sbocco principale delle aspirazioni di miglioramento sociale dei migranti. Guardando al caso trentino, dal Rapporto 2009 sull’immigrazione curato dal Cinformi emerge una certa vivacità. Infatti, al 31 luglio 2009 i titolari d’impresa in provincia di Trento sono poco più di 2.200, di cui 1.772 cittadini non comunitari e 471 comunitari. Dell'imprenditoria di origine straniera, con particolare riferimento alla realtà trentina, si è parlato recentemente a Rovereto, dove sono state presentate le proposte ed il lavoro di Immigrationflows. L’iniziativa si è inserita all’interno del Festival delle Città Imprese. Le conclusioni sono state affidate all'assessore alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza della Provincia autonoma di Trento. Le ricerche realizzate dal Cinformi – ha detto l'assessore – ci dicono che la tendenziale stabilizzazione della popolazione immigrata sul territorio produce spinte autopropulsive allo sviluppo del fenomeno del lavoro indipendente degli immigrati stranieri in provincia di Trento. Questo può essere il primo passo di carriere imprenditoriali capaci di produrre sviluppo e nuova occupazione. Dando uno sguardo ai settori lavorativi, il Rapporto del Cinformi conferma che negli ultimi anni c’è una certa tendenza alla cosiddetta “etnicizzazione del lavoro”, o meglio specializzazione per nazionalità: marocchini concentrati nel commercio, romeni, albanesi, serbi, macedoni, tunisini nelle costruzioni, cinesi nel commercio e in minor misura nella ristorazione, pakistani ancora nel commercio. Ma dall'analisi dei dati emerge, soprattutto, che il lavoro degli immigrati occupa alcuni spazi lasciati scoperti, rispondendo in tal modo a concrete esigenze del tessuto economico locale. La partecipazione dei cittadini stranieri - ha affermato l'assessore - si rivela quindi un tratto sempre più strutturale e necessario del mercato del lavoro trentino.

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