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Firmato il decreto flussi 2008

04/12/2008

Il presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi ha firmato il decreto con il quale si stabilisce che possono entrare in Italia 150.000 lavoratori non comunitari soprattutto per svolgere attività nel settore domestico. In altre parole vuol dire che potranno entrare in Italia i lavoratori la cui domanda è stata presentata dai datori di lavoro entro il 31/05/2008 e che gli stessi siano ancora interessati all'assunzione. Il decreto stabilisce altresì che i datori di lavoro (persone fisiche) non comunitari che hanno presentato domanda di assunzione di un lavoratore residente all'estero, dovranno essere in possesso del Permesso di soggiorno CE (o Carta di soggiorno) o averne fatto richiesta alla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale, ovvero essere in possesso della Carta di soggiorno per stranieri familiare di cittadino dell'Unione. Al contrario le domande presentate da persone giuridiche aventi sede in Italia, i cui rappresentanti legali sono stranieri non comunitari, saranno esaminate indipendentemente dal titolo di soggiorno da questi posseduto. Quindi, i datori di lavoro stranieri non comunitari, persone fisiche, dovranno confermare entro venti giorni a partire dal 15 dicembre 2008 (fino al 3 gennaio 2009) l'interesse ad assumere il lavoratore richiesto, attraverso la compilazione di un apposito modulo via Intenet dal sito del ministero dell'interno (http://www.interno.it). Tutti gli altri datori di lavoro (italiani, comunitari, stranieri rappresentanti legali di persone giuridiche) non devono dare conferma. Tornando al decreto, le quote previste sono suddivise per nazionalità con le quali lo Stato italiano ha degli accordi bilaterali: a queste nazionalità sono riservate 44.600 quote di ingresso sia per lavoro domestico, sia per altri settori produttivi. Le altre quote, 105.400, sono riservate per tutte le altre nazionalità, solo però per lavoro domestico. Le nazionalità alle quali sono state riservate delle quote sono: Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldova, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka e Tunisia. Il decreto dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale nei prossimi giorni.

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