Migra - osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro

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Razzismo

Il termine razzismo designa nel suo senso comune l'idea che esistano diversità tra le razze a livello biologico e a livello storico-sociale, e che tali differenze motivino la superiorità di razze destinate al dominio su altre destinate alla sottomissione o la diffidenza verso razze "pericolose". Razzismo non coincide con xenofobia o etnocentrismo o con discriminazione in generale. Dice giustamente George Mosse che razzismo è oggi "una parola abusata che ha perso il suo significato originario e con la quale oggi si indica ogni forma di discriminazione". (George Mosse, No, l'Italia non è Weimar, intervista di D. Messina, "Corriere della Sera", 12.11.93) Giudizio confermato da Jervis: "Facilmente il termine "razzismo" viene usato in modo troppo esteso, per designare cose che col razzismo non hanno a che fare. […]. La diffidenza o l'ostilità verso gli stranieri non sono necessariamente forme di razzismo; gli atteggiamenti di intolleranza verso i patiti del rock, o gli animali, o i minorati fisici, o i malati di mente, non hanno a che fare col razzismo." (Giovanni Jervis, Qualche precisazione sugli aspetti psicologici del razzismo, in AA.VV., Razzisti e solidali: l'immigrazione e le radici sociali dell'intolleranza, Ediesse,

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